venerdì 11 maggio 2012

Jamie Oliver e il bio rivoluzionario.

L'altra sera ero a casa solo, senza niente da fare perché ero troppo stanco per uscire dopo lo spinning (cosa non si fa per l'estate che si avvicina!).
Facevo zapping in TV e ho beccato un programma di Jamie Oliver, che ben conosco. Jamie's Food Revolution USA.
Questo, tra tutti, credo che sia uno dei motivi per cui il mio amore sconfinato per il biondino dell'Essex sia stato confermato. Oltre alla passione incredibile che trasmette quando cucina, così viscerale, c'è anche il suo dedicarsi in modo particolare all'educazione alimentare. Per far in modo che le persone mangino meglio. Lui ha iniziato proprio dalle mense scolastiche del Regno Unito, per poi spostarsi oltre oceano, negli USA, cercando di prendere in mano una situazione che tocca il fondo.
La dedizione che mette in questo progetto, il crederci fino in fondo sono senz'altro contagiosi.
Invece ieri facendo "zapping" tra i blog, cosa scopro? Che il 19 Maggio è proprio il Food Revolution Day! Un incredibile evento mondiale per sensibilizzare all'educazione alimentare, alla conoscenza dei prodotti, al saper mangiare bene.
Io non sono un tipo fissato con i prodotti bio, a km zero e a tutti i costi lontani dalla grande distribuzione.
Io non credo che sia questo il punto, non credo che senza questi tipi di prodotti, secondo me un po' "snob", non si possa mangiar bene. Per me è importante conoscere il prodotto, a prescindere da dove viene acquistato. Si possono cucinare piatti sani e molto buoni anche facendo la spesa in un discount, per dire.
Non ho detto che non capisco la bontà o l'importanza di utilizzare prodotti bio o a km zero, ma penso anche che non tutti possono permettersi di fare la spesa per tutti i giorni spendendo il triplo che in un qualsiasi altro supermercato.
Mi spiego meglio, è ovvio che anche io in estate mangio i pomodori che coltiva mio nonno nell'orticello fuori casa e non nego che siano più buoni dei pomodori presi alla Coop, ma tra i pomodori della Coop e il merluzzo ai pomodorini già pronto nel banco surgelati, c'è un mare ancora grande, tutto da esplorare.
Gli additivi, i conservanti e similari, si possono evitare lo stesso.
Il cibo bio a tutti i costi non è una necessità, è una necessità il "cibo reale".
Voglio essere un rivoluzionario, ma 'rivoluzionando' il concetto di bio che troppe volte mi sembra più una moda che una vera consapevolezza.

Seguo questa iniziativa di Jamie da tanto, dagli albori, da quando andava nelle prime mense scolastiche a litigare con le cuoche e il direttore perché non potevano usare solo crocchette di pollo e broccoli surgelati. Ed era incazzato per questo, cavolo se lo era!
La trovo una campagna più che intelligente e più che necessaria... forse noi ci limitiamo a pensare che sia un problema degli altri paesi, dell'America dei fast food, ma secondo me riguarda anche noi, perché c'è tanta ignoranza verso il mondo della cucina anche nella terra della pizza e della pasta.

Se c'è un motivo per cui sono ispirato da Jamie Oliver, è anche questo.


Ci tenevo a dedicare un post a questa iniziativa, sul sito potete trovare anche l'evento più vicino a voi. Noi italiani dobbiamo "accontentarci" di Milano, Torino e Bologna per il momento.
La ricetta che abbino al Food Revolution Day, è una ricetta che ho fatto qualche tempo fa ma perfettamente ancora di stagione. Ho usato tutti prodotti freschi, perché ne ho avuto l'occasione, presi dal contadino o "autoprodotti" (come la salsiccia, i limoni e le arance)

PENNE CON CARCIOFI AL PROFUMO DI AGRUMI

Ingredienti:
400gr di penne rigate artigianali
300gr di carciofi puliti
100gr di salsiccia con semi di finocchio stagionata
1 cipolla di Tropea
aglio
arancia
limone
sale
vino bianco
olio evo

Preparazione:
In un filo d'olio fate dorare uno spicchio d'aglio, toglietelo e aggiungete la cipolla di Tropea tagliata a listarelle e fatela appassire a fuoco basso. Aggiungete i carciofi puliti e spezzettati, fate sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco e il succo filtrato di un'arancia piccola. In una padellina a parte, scaldate un po' d'olio e sbriciolateci la salsiccia per farla diventare croccante. Fate cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolate al dente e aggiungete ai carciofi per far amalgamare i sapori. Una volta nel piatto aggiungete la salsiccia e qualche scorzetta di limone ed arancia grattuggiata.

Marco





con questo partecipiamo al contest di Donatella:

 http://fiordirosmarino.blogspot.it/2012/04/io-le-verdureil-mio-nuovo-contest.html

6 commenti:

  1. lodevole iniziativa quella di Jamie Oliver, complimenti per la tua pasta, a presto

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  2. Alla faccia del piatto....e' stupendo adoro i carciofi....e' bello quando la tv offre programmi educativi,,,vuol dire che non c'e' solo spazzatura....buona vita e buona cucina

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  3. Il suo modo di cucinare piace molto anche a me! Ma che piatto di pasta invitante! :)
    Buona serata!

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  4. ciao Marco, capisco perfettamente il tuo discorso e lo condivido.
    Io se posso compro bio, ma non ne faccio una fissazione e mangio tutto perchè il cibo è sacro.
    Vedo troppa gente frugare nel bidone dell'immondizia del supermercato vicino casa mia e quando spendo più del dovuto per il mangiare mi sento in colpa.
    Non ti nego però che la frutta, la verdura, i formaggi ecc bio sono tutta un'altra cosa.
    Capisco anche però che per sfamare tutta la popolazione non si può solo produrre bio, è un discorso troppo complesso.
    Io in questo caso sto nel mezzo e mi adeguo alle situazioni.
    Se avessi 5 figli da sfamare non andrei al negozietto bio perchè non potrei permettermelo.
    Compro bio perchè mi piace mangiare bene e per il buon cibo rinuncio a tanto altro.
    Non condivido chi va al discount e però non rinuncia ad aver sempre la macchina nuova, il cellulare alla moda ecc...
    Bio non credo sia solo il cibo, ma un vero e proprio stile di vita.
    Quel piatto di pasta sarebbe perfetto per la mia cena.
    baci sabina

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  5. Bellissimo post, sono d'accordo con quello che scrivi
    Grazie per la tua partecipazione al mio contest, queste penne sono fantastiche. Bacioni caro

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  6. Finalmente qualcuno che la pensa come me: spesso mi sento una tapina, perché non compro a Km 0, né tantomeno biologico... ma caspita, ho uno stipendio normale, non posso permettermi di acquistare ai mercati della Coldiretti. So che la merce della LIDL arriva dall'estero e non è ecosostenibile, ma finché non smetteranno di far pagare le pastinache prodotte nel Mugello come un bene di lusso più costoso del cioccolato belga o sel salmone affumicato, continuerò a fare la spesa al discount... Penso anch'io che la salute non dipenda da dove fai la spesa, ma da cosa c'è dentro il piatto. E in questo bellissimo piatto di ceramica pugliese c'è una pasta deliziosa!

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